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Carla M. di Milano, 28 Maggio 2025

Ho voluto rileggere il romanzo una seconda volta. Se prima mi era piaciuto molto, alla seconda lettura l’ho goduto ancora di più. Ad ogni pagina rivivevo la mia gioventù con i sogni, le speranze e le arrabbiature per tutto ciò che non andava allora e, purtroppo, anche adesso.

Questo romanzo però non è solo per chi, come me, ha superato i settant’anni, anzi lo consiglio soprattutto ai giovani. Noi, nonostante le difficoltà, talvolta le tragedie vissute allora, avevamo una cosa preziosa che i ragazzi d’oggi non hanno: la SPERANZA in un futuro migliore, un futuro di libertà, di fratellanza e di giustizia. Invece il mondo non è migliorato, i morti sul lavoro si contano a centinaia e raramente qualcuno paga, la vita in carcere è sempre tremenda, i ragazzi che si ribellano vengono massacrati a Genova e non solo lì. Oggi i vari Elio possono vivere il loro amore omosessuale un po’ più serenamente, ma non troppo perché sono ancora oggetto di derisione ed emarginazione. Il futuro agognato dai loro genitori o nonni non si è realizzato, dunque a cosa serve sperare?

EPPURE: le ingiustizie persistono ma esistono avvocati come David e Luna, ci sono guerre e genocidi, ma tantissimi volontari che aiutano, curano o semplicemente manifestano perché cessino queste atrocità.
Dopo ogni caduta del palco ai cervi crescono nuove corna più forti e numerose: è questo il messaggio del Suo romanzo ai giovani e io gliene sono veramente grata.